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THEASINENSIS

Tea Stories

LA TAZZA DELL’UMANITÀ – Kazuko Okakura

01/25/2021

In origine il tè fu medicina, per poi trasformarsi in bevanda. Nella Cina dell’VIII secolo entrò a far parte del regno della poesia, come uno dei passatempi raffinati. Nel XV secolo il Giappone lo elevò a religione estetica – il tèismo.

Si tratta di un culto fondato sull’adorazione del bello in contrapposizione alle miserie della vita quotidiana. Il tèismo ispira purezza e armonia, il mistero della carità reciproca, un senso romantico dell’ordine sociale.

Fondamentalmente è un culto dell’imperfetto, e al tempo stesso un fragile tentativo di realizzare qualcosa di possibile in quell’impossibile che è per noi la vita.

La filosofia del tè non è mero estetismo nella comune accezione del termine, giacché esprime con l’etica e la religione, la nostra concezione dell’uomo e della natura. È igiene in quanto costringe l’uomo alla pulizia, è economia in quanto mostra che il benessere va ricercato nelle cose semplici, non in quelle complicate e costose; è geometria morale, in quanto definisce il rapporto armonico tra noi e l’universo. Rappresenta l’autentico spirito della democrazia orientale, giacché trasforma tutti coloro che gli sono devoti in aristocratici del gusto.

Il lungo isolamento del Giappone dal resto del mondo, che ha tanto rafforzato la tendenza all’introspezione, a decisamente favorito lo sviluppo del tèismo. Case e consuetudini, abbigliamento e cucina, porcellana, lacca, pittura – perfino la letteratura – hanno subito la sua influenza. Nessuno studioso di cultura giapponese può ignorare la presenza del tèismo. Ha pervaso l’eleganza dei boudoir aristocratici e ha visitato le dimore degli umili. I nostri contadini hanno imparato a disporre i fiori, il nostro più umile operaio a rendere omaggio a rocce e acque.

Nel linguaggio comune diciamo che un uomo è “senza tè” quando appare insensibile agli aspetti tragicomici del dramma individuale. Per contro, l’esteta senza freni che, incurante della tragedia terrena, si abbandona senza ritegno alla marea delle libere emozioni, lo stigmatizziamo dicendo che ha “troppo tè”.

Certo uno straniero potrebbe stupirsi per quello che, almeno apparentemente, è un gran rumore per nulla. “Che tempesta in una tazza di tè!” potrà dire. Ma se consideriamo quanto in definitiva sia piccola la coppa della gioia umana, come trabocchi subito di lacrime, e quanto sia facile berla fino in fondo nella nostra inestinguibile sete di infinito, non riproveremo noi stessi per aver conferito una così grande importanza a una tazza di tè.

L’umanità ha fatto ben di peggio. Nel culto di Bacco ha ecceduto in sacrifici, e si è perfino spinta a glorificare l’immagine lorda di sangue di Marte.

Perché allora non consacrarsi alla regina delle Camelie, abbandonandosi alla calda corrente di simpatia che scaturisce dal suo altare? Il liquido ambrato in porcellana eburnea può far accedere gli iniziati alla dolce riservatezza di Confucio, allo spirito pungente di Lao-tzu, e all’ aroma etereo dello stesso Sākyamuni.

Chi non è in grado di riconoscere la piccolezza delle grandi cose che ha in sé, tende a trascurare la grandezza delle piccole cose negli altri.

Tratto da – Kakuzo Okakura, “Lo Zen e la cerimonia del tè”

Filed Under: Cerimonia del tè, Giappone, HISTORY OF TEA IN JAPAN Tagged With: cerimonia del tè, Letteratura, Zen e cerimona del Tè

Il Maestro del Tè

10/27/2019

IL MAESTRO DEL TÈ

[…] Dovevano essere circa le due del pomeriggio quando presi posto nella stanza del tè, e vi restai sino a quando gli arbusti del giardino si furono totalmente confusi nell’oscurità. Passai là un pomeriggio molto felice, dimentico del tempo che scorreva.
Ero già penetrato altre volte in questa stanza, in qualità di assistente del Maestro Rikyû, quand’era ancora vivo; nulla era cambiato da allora: il rotolo appeso al muro, calligrafia del principe Son-En-Po, la tazza da tè conica, il suo braciere preferito, il cui piacevole e incessante crepitìo mi ricordava il mormorio del vento… Era proprio quella la stanza del tè di Tôyôbô, conosciuto da sempre come un fine collezionista.
Mi offrì un tè eccellente; mi parve di vivere un sogno. Dopo di ciò, prese una tazza da tè che il Maestro Rikyû gli aveva donato e la sistemò dinanzi a me. Mi sentii riconoscente e molto onorato della sua benevola sollecitudine: ebbi l’impressione di trovarmi davanti al Maestro Rikyû.
Ricoperta da un bello smalto nero, era una tazza elegante e convessa della miglior fattura. Da quanti anni non toccavo quella tazza? Chôjirô, il vasaio che l’aveva foggiata, era morto due anni prima del Maestro Rikyû; ho io stesso qualche ricordo legato a questa tazza nera… ero felice che ora fosse tra le mani di Tôyôbô.
(traduzione dalla versione francese, Le Maître de thé, ed. Livre de Poche)

Tratto da: Yasushi Inoue, Il maestro del tè

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GIANT PLANTS OF TEA IN KAGOSHIMA

04/16/2019

Photo taken in 1937 of a giant 300-year-old tea plant that was in Makizono-cho. It is said to be the origin of Kirishima-cha.

Plucking tea on a giant first-generation 300-year-old tea plant that was in Makizono-cho (today it is no longer living).

Ci sono molte testimonianze e leggende sull’origine della coltivazione del tè a Kagoshima. La storia più antica è quello di un guerriero Heike in fuga, che inizia la produzione di tè ad Atashirakawa (l’attuale città di Minami-Satsuma) intorno al 1185. Un altro resoconto sostiene che il prete buddista Eisai abbia seminato semi di tè a Kannoji, uno dei più antichi templi zen del Giappone, quando fu fondato nel 1194 in quella che oggi è Noda, Izumi City.

Due altre teorie correlate raccontano che nel 1319 il capo sacerdote di Hannyaji a Yoshimatsu (l’attuale città di Yusui nella contea di Aira) interrò talee di tè, che aveva portato da Uji a Kyoto, e condivise le sue conoscenze sull’elaborazione del tè; e infine l’idea che sempre al tempio di Hannyaji, Ashikaga Takauji, il primo shogun dello shogunato Ashikaga, portò semi di piante di tè da Uji, quando installò il suo campo di battaglia a Kyushu nel 1320.

There are many legends and records on the origin of tea cultivation in Kagoshima. The oldest record is the one of a fleeing Heike warrior starting tea production in Atashirakawa (present-day Minami-satsuma city) around 1185. Another account holds that the Buddhist priest Eisai sowed tea seeds at Kannoji, one of Japan’s oldest Zen temples, when it was founded in 1194 in what is now Noda, Izumi City.

Two related theories include the story that in 1319 the chief priest of Hannyaji in Yoshimatsu (present day Yusui town in Aira county) planted tea, which he had brought down from Uji in Kyoto, and shared his knowledge on tea processing; and the idea that Ashikaga Takauji, the first shogun of the Ashikaga shogunate, brought tea plant seeds from Uji which he sowed in the grounds of Hannyaji when he set up his battle camp in Kyushu in 1320.

Images reproduced with the kind permission of the Japan Tea Export Council 

Filed Under: Kagoshima, The First Giant Tea Plant Tagged With: Kagoshima, The First Giant Tea Plant

Yasushi Inoue

02/13/2019

[…] Dovevano essere circa le due del pomeriggio quando presi posto nella stanza del tè, e vi restai sino a quando gli arbusti del giardino si furono totalmente confusi nell’oscurità. Passai là un pomeriggio molto felice, dimentico del tempo che scorreva.
Ero già penetrato altre volte in questa stanza, in qualità di assistente del Maestro Rikyû, quand’era ancora vivo; nulla era cambiato da allora: il rotolo appeso al muro, calligrafia del principe Son-En-Po, la tazza da tè conica, il suo braciere preferito, il cui piacevole e incessante crepitìo mi ricordava il mormorio del vento… Era proprio quella la stanza del tè di Tôyôbô, conosciuto da sempre come un fine collezionista.
Mi offrì un tè eccellente; mi parve di vivere un sogno. Dopo di ciò, prese una tazza da tè che il Maestro Rikyû gli aveva donato e la sistemò dinanzi a me. Mi sentii riconoscente e molto onorato della sua benevola sollecitudine: ebbi l’impressione di trovarmi davanti al Maestro Rikyû.
Ricoperta da un bello smalto nero, era una tazza elegante e convessa della miglior fattura. Da quanti anni non toccavo quella tazza? Chôjirô, il vasaio che l’aveva foggiata, era morto due anni prima del Maestro Rikyû; ho io stesso qualche ricordo legato a questa tazza nera… ero felice che ora fosse tra le mani di Tôyôbô.
(traduzione dalla versione francese, Le Maître de thé, ed. Livre de Poche)

Tratto da: Yasushi Inoue,  Il maestro del tè

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IHO AN | The Cottage of Lingering Fragrances

01/29/2019

In una bella giornata di primavera visitiamo il Tempio Kodaiji, in cima a una collina nel quartiere di Higashiyama, una delle aree meglio preservate di Kyoto. Il tempio fu fondato nel 1606 in memoria di Toyotomi Hideyoshi, il grande shogun.

Camminando nel suo favoloso giardino un senso di pace e armonia pervade i sensi e qui, all’ombra del fogliame di un pino, appare come una chimera di una poesia haiku, la capanna del tè di Ihoan. Un tempo questo luogo intimo era la stanza della cerimonia del tè preferita di Haiya Shoeki, un ricco mercante, e Yoshino Dayu, una rinomata ballerina che in seguito divenne la moglie di Shoeki.

Insieme alla piccola casa contigua Onigawara-Seki, questi due luoghi preziosi sono esempi rappresentativi dell’architettura della cerimonia del tè del tempio Kodaiji.

La cerimonia del tè, con la sua forte enfasi sul principio wabi-sabi, “bellezza nella semplicità”, si sviluppa a partire dal 1400 durante la nascita della cultura Higashiyama.


In a beautiful day of Spring we were able to visit Kodaiji Temple, atop a bluff in the Higashiyama district, one of the best preserved area of Kyoto.

The temple was founded in 1606 C.E. in memory of Toyotomi Hideyoshi, the great shogun.

Walking into its fabulous garden a sense of peace and harmony breaches the senses and here, beneath the shadow of the foliage, nearby a pine tree, as a mirage out of a haiku poem stands the Ihoan tea hut. Once this intimate place was the favorite Tea ceremony room of Haiya Shoeki, a wealthy merchant, and Yoshino Dayu, a renowned dancer who later became Shoeki’s wife. Together with another tea ceremony house, the Onigawara-Seki, they are representative examples of Kodaiji temple’s tea ceremony architecture.

The tea ceremony has its roots in the 1400s, during the flowering of the Higashiyama culture, with its strong emphasis on wabi-sabi (“beauty in simplicity”).

Filed Under: Cerimonia del tè, Giappone, Il maestro del tè, Japan, Kyoto, Tea Experience Tagged With: Higashiyama Culture, Ihoan tea hut, Japan, Kodaiji, Kyoto, Tea ceremony, tea house, wabi-sabi

Sadaharu Aoki

11/11/2018

Chef patissier of Patisserie Sadaharu Aoki in Paris. Born on July 1, 1968 in Tokyo.
 
Graduated from Machida cooking School. Worked at patisserie Chandon, in Tokyo

1991: Arrived in France. Worked at Jean Millet’s and Couderc’s restaurants in Paris, and at Girardet’s in Switzerland.
1998: Opened his first atelier in the 7th arrondissement of Paris.
1999: Moved his atelier to the 13th arrondissement, making pastries for tea rooms, restaurants, hotels and receptions.
Started delivering his pastries to mode creators during Paris Collection such as Kenzo, Yohji Yamamoto, Chanel, Ungaro and Christian Dior. 
Became responsible the French office of the Federation of Japan Confectionery Associations.
Also became consultant for major food companies.
2001: Opened his first boutique in the 6th arrondissement on December.
2003: Opened his second boutique in the 5th arrondissement and integrated the atelier and office.
2004: Opened his corner at Galeries Lafayette Gourmet.
2005: Requested by All Nippon Airways (ANA) to serve the dessert for its business class flights departing from Paris.
Opened his first boutique in Marunouchi, Tokyo in March.
2006: Opened his second boutique in Tokyo, at Isetan department store.
Grazie alla sua conoscenza dei tè giapponesi e dell’esperienza nella pasticceria francese realizza dolci in cui il tè è protagonista e determina il gusto del prodotto.

Da assaggiare
• Eclair al matcha
• Biscotti con diversi tè giapponesi come ingrediente
• “Gallete de Rois”, dolce francese che si prepara per l’Epifania, al matcha
• Millefoglie con azuki e crema al matcha
• Tavolette di cioccolato fondente con tè verde e sesamo

Filed Under: Giappone, Sadaharu Aoki Tagged With: Sadaharu Aoki

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